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11 luglio, 2018

World Ocean Day 2018: prevenire l’inquinamento per garantire la biodiversità

Lo scorso 8 giugno è stata festeggiata la “Giornata mondiale degli oceani”. Obiettivo dell’evento è non solo ricordarci che sono gli oceani da sempre a fare da collante tra le nazioni e i popoli della Terra, ma anche avvertirci che i nostri mari stanno soffocando perché li consideriamo la soffitta dove accantonare tutto quello che non ci serve più. Considerando infatti che ogni anno produciamo più di 300 milioni di tonnellate di plastica, e che di queste almeno 8 milioni finiscono in mare, entro il 2050, se non cambieremo stile di vita subito, ci ritroveremo in un mondo che avrà più plastica che pesci. Da questo nasce il tema per l’edizione 2018 di un evento che, proposto per la prima volta dal governo canadese nel 1992 durante il Summit della Terra tenutosi a Rio de Janeiro, è stato ufficializzato a livello mondiale dall’Onu nel 2008 e proprio in quella sede il giorno dell’evento è intervenuto il fondatore di “Parley for the oceans” che riunisce artisti provenienti da tutto il mondo particolarmente sensibili all’importante tema ambientale. Ebbene, come già preannunciato, il motto di quest’anno sarà: “Clean our ocean!”, ovvero “Pulisci il nostro oceano”.

Ma cos’è il nostro oceano? Semplicemente potremo dire che è l’acqua che ricopre tre quarti del nostro pianeta e che ospita milioni di specie, molte delle quali ancora sconosciute. Ma allo stesso tempo è molto di più poiché mari ed oceani hanno un impatto sulla nostra vita che va oltre quanto possiamo immaginare: regolano il clima, producono la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo, forniscono sostentamento a milioni di persone ogni anno e ospitano un’incredibile biodiversità. Benefici fondamentali per il 72% dei cittadini europei che, in una recente indagine condotta dalla community “Friends of Glass”, hanno dichiarato di ritenere che il proprio impatto sui mari sia una priorità nel proprio stile di vita, a cominciare dai prodotti che comprano e dai rispettivi imballaggi. In Italia la raccolta differenziata del vetro, classificato nella stessa indagine come il miglior imballaggio per cibi e bevande dal 78% degli europei,  è da record: 83%, con un riciclo che tocca il 72,8% e lascia ben poco, fortunatamente, al circuito dei rifiuti.

Quella dell’8 giugno vuole essere così un’occasione per ricordarci che i nostri mari sono in crisi: innalzamento delle temperature e dell’acidità, inquinamento, sovrasfruttamento delle risorse ittiche. Il focus di quest’anno però è tutto legato al tema “preventing plastic pollution and encouraging solutions for a healthy ocean (prevenire l’inquinamento da plastica e incoraggiare soluzioni per un oceano in salute). La plastica è considerata una delle principali minacce alla salute dell'intero globo terracqueo. Ma anche alla nostra, dato che abbiamo iniziato a respirarne e a ingerirne in grandi quantità attraverso le microplastiche, contenute nella polvere, nell'acqua e nel cibo che mangiamo. Non è un caso che questo materiale sia finito anche al centro della recentissima Giornata Mondiale dell'Ambiente, svoltasi martedì 5 giugno. Tappi al posto delle conchiglie, mozziconi di sigaretta come alghe, cotton fioc invece che legnetti di mare. Sulle spiagge di tutto il mondo è questo che si trova, ed è solo una minima parte dei rifiuti che galleggiano in superficie e ricoprono i fondali.

Ha sottolineato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres: “La plastica soffoca corsi d'acqua, danneggia le comunità che dipendono dalla pesca e dal turismo, uccide tartarughe e uccelli, balene e delfini, si fa strada nelle zone più remote della Terra e lungo tutta la catena alimentare”. “L'80% dell'inquinamento marino proviene dalla terra – ha aggiunto Guterres – compresi otto milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che ogni anno finiscono in mare”. Si tratta dunque di un vero e proprio dramma, che fortunatamente ha iniziato a spingere istituzioni, organizzazioni senza scopo di lucro, aziende e cittadini privati ad affrontare seriamente il problema. Lo scorso 28 maggio, ad esempio, la Commissione Europea ha presentato la Proposta di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio, COM(2018) 340 final – 2018/0172 (COD), relativa alla riduzione dell’impatto sull’ambiente, in particolare su quello marino, di alcuni prodotti di plastica. Direttiva che prevede per gli Stati membri, entro due anni dalla sua entrata in vigore, l’obbligo di attuare provvedimenti finalizzati a vietare le plastiche monouso e di ridurre l’impatto degli altri rifiuti contenenti plastica.

Dobbiamo lavorare individualmente e collettivamente per evitare questa tragedia, facendo ognuno la propria parte, evitando il più possibile la plastica monouso e dando una mano a ripulire il nostro pianeta come hanno fatto migliaia di volontari in tutto il mondo per pulire i litorali del Pianeta durante la Giornata degli Oceani. Sono le azioni giornaliere, ogni giorno e non solo l’8 giugno, che possono davvero fare la differenza: dal cambio di prospettive sul problema per incoraggiare le persone a pensare a ciò che l'oceano significa per loro, fino al miglioramento dei gesti più piccoli come quello di curare gli spazi naturali e limitare i comportamenti inquinanti come, ad esempio, usare bottiglie d'acqua e borse della spesa riutilizzabili, riciclare la plastica e fare volontariato per pulire le aree locali dai rifiuti. Per contrastare l’inquinamento del mare bisogna quindi essere coscienti e attivi in prima persona, facendo quei piccoli gesti, anche semplici, che diventano però decisivi, una volta moltiplicati nel tempo: raccogliere, riciclare, riusare, ridurre, sono tutti gesti di responsabilità che contribuiscono a salvare il nostro mare e trasformano i rifiuti in una risorsa.

Per qualcuno l’oceano è tutto: come per gli abitanti di Kiribati che senza non possono stare, ma ne potrebbero morire. Per altri è una missione: come per gli attivisti di Sea Shepherd, che solcano i mari sui loro vascelli per difenderli da chi li minaccia. Per i surfisti è adrenalina; per i pescatori è salvezza. Per tutti noi, è vita.

Alberto Azario