Rifiuti, bonifiche e reati ambientali: la ricetta di Azario di Green Holding
Nell’audizione dello scorso 10 luglio in Senato il Ministro dell’Ambiente ha annunciato interventi normativi per accelerare i procedimenti di bonifica dei siti di interesse nazionale. È da molto tempo che se ne parla, alcuni interventi sono stati effettuati ma questi siti sono poco meno di quaranta. Ne parliamo con l'Ingegner Alberto Azario, Presidente di Green Holding S.p.A., uno dei principali operatori italiani integrati nel settore nella gestione dei rifiuti urbani ed industriali e leader nelle bonifiche ambientali.
Parliamo quindi delle bonifiche in generale e dei siti di interesse nazionale, cosa si potrebbe richiedere a livello normativo per incentivare il ripristino ambientale?
Premesso che è ovviamente una buona notizia che si ragioni a livello governativo per promuovere gli interventi di bonifica e accelerarne l’esecuzione, per aumentare la possibilità che vengano realizzate delle bonifiche sicuramente andrebbe contrastato il consumo del suolo, favorendo fortemente dal punto di vista fiscale, e più in generale con incentivi finanziari, il recupero di insediamenti industriali non più operativi e terreni inquinati per nuovi impieghi commerciali, residenziali o da dedicarsi alla produzione di energie rinnovabili, su cui l’Italia ha precisi obbiettivi da rispettare. Le bonifiche costano molto, in assenza di forti incentivi e di restrizioni al consumo del suolo, la scelta di costruire su prato verde è sempre vincente, ahimè a danno del nostro bel paese!Sui siti di interesse nazionale, viste le dimensioni e gli impegni finanziari necessari, andrebbe favorita la costituzione di partnership tra privato e pubblico.Non solo, andrebbe adottato un approccio pragmatico per gli obbiettivi di risanamento ambientale “puntando al buono e non all’ottimo”, in caso contrario certe bonifiche, peraltro estremamente necessarie, possono essere così impegnative sul piano finanziario da non poter mai essere realizzate.
Quanto rallenta ed incide la burocrazia in Italia?
Certamente andrebbero semplificati gli adempimenti autorizzativi riducendone assolutamente la tempistica e il numero di enti coinvolti.Un percorso alternativo potrebbe essere quello di eseguire la caratterizzazione a cura del proprietario senza validazione spostando alla certificazione finale la verifica da parte degli enti, eventualmente più approfondita.Tornando all’intervento in senato del 10 luglio scorso è molto positivo, in termini di favorire l’economia circolare, che il Ministro dell’Ambiente abbia parlato anche della necessità di affrontare e dare una soluzione al tema del cosiddetto end of waste.
Anche dal punto di vista dei reati ambientali cosa si potrebbe fare per aumentare l’efficacia del sistema?
La normativa andrebbe rivista con approccio pragmatico, come nei paesi anglosassoni, dove le infrazioni minori sono sanzionate solo amministrativamente. In Italia scatta il penale per qualsiasi infrazione. In caso di errore da parte delle autorità competenti, una sanzione amministrativa pagata può essere restituita all’azienda, al contrario procedimenti penali erronei comportano comunque danni economici pesantissimi dovuti all’esclusione da gare e agli effetti negativi sull'immagine con possibili usi strumentali della situazione. Purtroppo il nostro è un settore complesso, molto tecnico, con interpretazione non facile delle norme per vastità di competenze e per casistiche spesso imprevedibili a priori. Gli errori nel presumere la presenza di reati sono frequenti. L'attuale eccessiva severità verosimilmente ha l’obbiettivo di tutelare l'ambiente dagli operatori illegali, ma questi per definizione se ne infischiano delle leggi. Di conseguenza il risultato è che di fatto con l’attuale approccio vengono penalizzati soprattutto gli operatori professionali.
Quanto è importante la comunicazione nel settore ambientale?
Il settore delle bonifiche e del trattamento rifiuti in generale dovrebbe godere di un positivo apprezzamento da parte dei cittadini. In realtà ci sono una scarsa conoscenza e pregiudizi, si pensi ad esempio all’ostilità ingiustificata, ma diffusa, verso i termovalorizzatori. Il settore ambientale riceve poca attenzione su quanto viene fatto concretamente ogni giorno dalle aziende professionali per favorire l’economia circolare nella gestione dei rifiuti e salvaguardare la salute dei cittadini, effettuando ad esempio corrette bonifiche di terreni, falde e bacini inquinati, e restituendo quindi alla collettività aree importanti. Nell’attività svolta da Ambienthesis, controllata da Green Holding, si fanno continuamente passi avanti, in ottica di economia circolare, sia nel trattamento e smaltimento di rifiuti industriali pericolosi e non pericolosi, con impianti tra i più importanti in Italia, sia nell’attività di bonifica, dove sempre più si separano i materiali inquinati da quelli recuperabili in loco al fine di limitare l’uso delle discariche e l’impatto sull’ambiente circostante ai cantieri. È importante far arrivare anche al grande pubblico tanto quanto al legislatore il messaggio che chi lavora correttamente nel settore delle bonifiche, e più in generale in quello ambientale, lavora per un mondo migliore.
Di cosa vi occupate esattamente in Italia? È vero che l'Italia ha una sua nascosta eccellenza nel campo del trattamento dei rifiuti tanto da essere un modello all'estero?
Il Gruppo Green Holding opera in modo integrato nel settore ambientale, oltre all’attività della controllata Ambienthesis, quotata alla Borsa di Milano, di cui ho già accennato, detiene e gestisce impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti anche urbani e, a Dalmine, uno dei termovalorizzatori più efficienti a livello europeo sul piano energetico e su quello ambientale, produce infine energia dai gas derivanti dai rifiuti. A conferma dell’eccellenza nel settore ambientale dell’Italia e, nel caso specifico, del nostro Gruppo, Ambienthesis ha concluso a fine giugno un importante accordo con la società Bee‘ah Sharjah Environment Co. LLC, società leader negli Emirati Arabi Uniti e attiva in raccolta, separazione, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, nonché nelle energie rinnovabili. Oggetto dell’accordo sono la collaborazione e la condivisione di know-how nonché di tecnologie allo scopo di sviluppare iniziative comuni negli Emirati Arabi Uniti, nel Medio Oriente e in Europa, Italia compresa, tanto nei settori del waste management e del waste to energy, quanto in quello delle bonifiche dei suoli e delle acque, dove Ambienthesis vanta un’esperienza e leadership decisamente importante col più alto numero di interventi in Italia sui siti di interesse nazionale.Ciò sicuramente non solo rafforzerà ancor di più i legami tra Italia ed Emirati Arabi Uniti dal punto di vista economico ma anche nell’apprezzabile scopo di partecipare alla salvaguardia dell'ambiente.
Restando sul tema della internazionalizzazione, quali temi sono da affrontare?
Nel nostro settore, vista la complessità spesso delle autorizzazioni e delle condizioni locali, quanto più queste differiscono rispetto ai nostri standard, tanto più si rende opportuno affrontare il mercato attraverso partnership locali. Peraltro andare all’Estero per le imprese italiane del settore rappresenta un’opportunità importante per potersi sviluppare in quanto il nostro mercato domestico nel suo complesso ha una minore dinamicità rispetto a decenni precedenti. Nonostante ci siano numerose ed importanti aree da bonificare, la crescita economica è infatti ancora troppo lenta per permettere la riqualificazione di aree per lo sviluppo immobiliare o per la realizzazione di impianti per energie rinnovabili. Peraltro risanare il territorio è certamente uno dei migliori investimenti per il domani del paese e per la qualità del territorio e quindi della vita dei cittadini.
Articolo originale su: affaritaliani.it