Sistri, per un sistema che va in pensione se ne presenta uno nuovo migliore?
Il vecchio sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti nato, per iniziativa del ministero dell’Ambiente, con l’obiettivo di digitalizzare il meccanismo di tracciamento dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani della Regione Campania sta per andare in pensione. Nato nel 2009 su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il “SISTRI” è entrato in vigore ufficialmente nel 2014 con l’obiettivo di digitalizzare tutti quegli adempimenti documentali cartacei basati sul MUD (Modello unico di dichiarazione ambientale), sul Registro di carico e scarico dei rifiuti e sul FIR, il Formulario di identificazione dei rifiuti (FIR). Un sistema che però non è mai partito davvero, sia per i continui rinvii, sia per un contributo annuale mai apprezzato da imprese e trasportatori volto a garantirne un corretto funzionamento. Così, dopo anni di malfunzionamenti, partenze a singhiozzo e polemiche, tale sistema sarà sostituito da uno nuovo, è direttamente il Ministro dell’Ambiente Costa a darne l’annuncio durante un’intervista televisiva. Secondo il Ministro, infatti, il sistema di controllo ambientale dei rifiuti va totalmente ripensato: “Non si tratta di migliorarlo – ha dichiarato Costa – ma di mandarlo in pensione. Entro la prossima primavera entrerà in funzione un nuovo sistema di tracciabilità dei 140 milioni di tonnellate di rifiuti speciali che si movimentano in Italia.” Il vecchio sistema si basava principalmente su due dispositivi: una black box, che veniva montata sui mezzi per il trasporto dei rifiuti in modo da tracciarne il percorso, e una token USB che permetteva l’identificazione e la firma elettronica. Il nuovo sistema si baserà, invece, sulle ultime tecnologie GPS e di rilevamento satellitare per mettere in rete i dati di tutti i mezzi adibiti al traffico dei rifiuti, superando il doppio binario cartaceo/digitale ed il registro di carico e scarico, digitalizzando allo stesso tempo l'intera tracciabilità dei rifiuti ed i documenti fiscali. Per fare questo, il ministro ha annunciato la costituzione di una commissione di esperti per la semplificazione ambientale, al cui tavolo si porranno anche gli imprenditori che si occupano di ambiente e gestione rifiuti.
La macchina amministrativa sembra stavolta andare avanti, con una nota tecnica proprio il dicastero dell’ambiente, lo scorso 21 settembre, ha informato della pubblicazione sul sito www.sistri.it di ben otto guide su: gestione rifiuti respinti; mini-raccolta; trasporto inter-modale; trasporto trans-frontaliero; destinatari dei rifiuti; produttori di rifiuti; regione Campania; trasportatori. Inoltre, sempre nel sito, è possibile reperire, tra l’altro, la normativa di riferimento e la raccolta delle FAQ, con le relative risposte/indicazioni fornite dal Ministero.
Inserendosi nell’insieme dell’azione politica economica che da molti anni lo Stato Italiano e le Regioni stanno portando avanti in materia di semplificazione normativa e maggiore efficienza della Pubblica Amministrazione, con l’obbiettivo di ridurre gli oneri amministrativi gravanti sulle imprese sui cittadini, il Sistri è gestito dall’Arma dei Carabinieri mediante il controllo e la gestione dei processi e dei flussi di informazioni in esso contenuti. Lo scopo del sistema è di controllare in modo più puntuale la movimentazione dei rifiuti speciali lungo tutta la filiera, con particolare attenzione con l’utilizzo di sistemi elettronici in grado di dare visibilità al flusso in entrata ed in uscita degli autoveicoli nelle discariche. La lotta alla illegalità nel settore dei rifiuti speciali costituisce, infatti, una priorità del Governo per contrastare il proliferare di azioni e comportamenti non conformi alle regole esistenti e, in particolare, per mettere ordine a un sistema di rilevazione dei dati che sappia facilitare, tra l’altro, i compiti affidati alle autorità di controllo. Il SISTRI dovrebbe costituire quindi, nelle intenzioni dei nostri legislatori, uno strumento ottimale di una nuova strategia volta proprio a garantire un maggior controllo della movimentazione dei rifiuti speciali con vantaggi molteplici in termini di legalità, prevenzione, trasparenza, efficienza, semplificazione normativa, modernizzazione.
Il 1 gennaio 2019 (previsto dall’art. 12 del d.l. 244/2016) è il termine ultimo, non avendo avuto l’avallo dal Decreto Mille-proroghe per uno slittamento sospensivo al 2020, a decorrere dal quale il Sistri diventerà pienamente operativo e con esso entrerà anche in vigore il relativo regime sanzionatorio in caso di violazione o inadempimento degli obblighi derivanti dal sistema di tracciabilità. Al momento, il Sistri è una forma di controllo, obbligatoria per chi tratta rifiuti pericolosi e per le aziende con più di dieci dipendenti, le maxi sanzioni saranno dovute per la mancata oppure sbagliata tenuta, quindi, appurata irregolarità del registro cronologico e delle schede Sistri. Motivo per cui la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa (CNA) che già versa un contributo pari a circa 200 milioni di euro per la gestione dei rifiuti speciali mostra tutte le sue perplessità per un sistema digitale che al momento risulta essere già molto gravoso ed ampiamente sotto utilizzato per grossi problemi di funzionamento, invitando il Governo almeno a prorogare l’azione operativa del Sistri al 2020 per adeguarsi totalmente al nuovo regime. Ci si augura che, almeno questa volta, questo nuovo sistema, un cosiddetto SISTRI 2.0, possa funzionare correttamente dal momento che, proprio una corretta e funzionale gestione dei rifiuti, può portare vantaggi sia in termini di riduzione del danno ambientale, sia di eliminazione di illegalità e di forme di concorrenza sleale tra imprese.